CONDYLURA09
w/LUCIANO MAGGIORE


Chairs, stones and meaningful numerical lists

2024
Edizione di 100
20 pagine
Broadsheet


supportato da Nub Xing

10 €
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Condylura publishes a free digital copy at sold-out


Sedie, pietre e liste numeriche trasfigurano la condylura in uno strano ritratto, per elementi sintomatici, della pratica performativa di Luciano Maggiore. Azioni che rispondono a intenzioni opache, nascoste tra le pieghe di partiture matematiche, e che rimandano a uno spirito occulto, ricordando quasi delle sedute spiritiche, seppure fermamente anti-spettacolari: spettralità senza fantasmi.


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Chairs, stones and meaningful numerical lists presenta una selezione di disegni, realizzati su differenti carte carbone e poi scannerizzati, che hanno per protagoniste sedie e pietre, a cui si aggiungono pagine di sequenze numeriche e segni di interazione: gli score delle performance tratti dal quaderno di appunti dell’artista. In questa serie grafica ricorrono figure che evocano la pratica performativa di Luciano Maggiore, musicista nato a Palermo e basato a Londra, le cui performance sono spesso ridotte a una triade di sedia, artista e discreti dispositivi elettro-acustici. Azioni che rispondono a intenzioni opache, nascoste tra le pieghe di partiture matematiche, e che rimandano a uno spirito occulto, ricordando quasi delle sedute spiritiche, seppure fermamente anti-spettacolari.
Proprio come queste pagine, la produzione di Luciano Maggiore è caratterizzata da una strana intensità evocativa, capace di aprire alla speculazione nonostante un apparato diretto, quasi letterale come il titolo, hard-edge eppure evanescente. Il processo di rimediazione del disegno, tra carboni e laser, richiama alla mente diverse sue produzioni su disco – come Willy Nilly (Senufo 2014) o Pietra e Oggetto (Koolhas 2020) – dove la stratificazione e la concrezione di suono arriva a trasfigurare sorgenti minime e statiche in risonanze ambientali. Atmosfere dal carattere eerie, in cui sembra di riconoscere elementi organici, corporei, animali, che appaiono però raggiungerci da un altrove – un aspetto che viene ribaltato quasi giocosamente, ma con carica altrettanto alienante, nel disco Very Cheap Non-Human Animal Imitations (Xong 2022). Sonorità che fanno pensare, per rimanere sul motivo della pietra, alla Stone Tape Theory, teoria parapsichica ottocentesca, ma ricorrente nella letteratura weird, secondo cui eventi, emozioni, rimossi individuali e sociali rimangono impressi, registrati nelle pietre, che li trasmettono dando origine a fantasmi e fenomeni paranormali.
La pietra ritorna, tra disposizione e dispositivo, anche nella recente produzione 9 pietre, per la piattaforma Licheni di Nub, che rivela una relazione tra questa figura e la questione della spettatorialità. Maggiore ha condotto un esperimento insieme a otto presenti, rimasti immobili in una stanza vuota per circa un’ora, al fine di registrare l’equivalente di nove pietre posate nello spazio, quasi fossero supporti di memoria di dati ambientali. Un’esecuzione minima, per regola, incentrata su un principio – destinato al fallimento – di staticità assoluta, che viene rilanciata anche all’esperienza dell’ascolto privato, invitando a entrare in risonanza con questaséance. Un ascolto che invoca inevitabilmente immaginari sinistri, innervato da relazioni di presenza e assenza, o meglio del loro reciproco fallimento. Per citare la definizione di Mark Fisher, la sensazione eerie si manifesta quando c'è qualcosa presente dove non dovrebbe esserci nulla [il fallimento dell'assenza]oppure quando non c'è nulla presente dove invece dovrebbe esserci qualcosa[il fallimento della presenza].
Un segno fine, quasi etereo, fatto di resti ed emanazioni, evoca in modo fantasmatico la presenza dell’artista, che abita le sedie come un’ombra o uno spettro. La sedia accompagna Luciano Maggiore in molte sue performance, un oggetto attraverso cui ancora e accorda la presenza scenica, secondo quella costante di riduzione dell’apparato e immaginario straniante. Un esempio recente è N units out of 120, un’esecuzione a due in cui Maggiore rilancia, seduto di fronte a un’identica sedia vuota a cui è incollato un telefono come speaker, una partitura ritmica per un clicker da addestramento dei cani. Un’esecuzione tanto scheletrica, che rimanda ai territori del concretismo e comportamentismo degli degli event scores di NO PA / PA ON (con Louie Rice), quanto capace di evocare spettacoli di spiritismo e illusionismo ottocentesco. Una suggestione non troppo azzardata se si ricorda un altroprogetto agli esordidi Luciano Maggiore, Angstarbeiter (con Ezio Puglia e Dominique Vaccaro), dedicato al fantasma in quanto scena, tra teatro e precinema.
Non solo sedie e pietre,ma anche significative liste numeriche… del cui significato però si è mantenuti all’oscuro. Le performance di Luciano Maggiore confrontano lo spettatore, a cui viene richiesta un’attenzione assoluta, quasi pietrificata, e una presenza concreta, che viene pesata e registrata in ogni sua sfaccettatura. Alla base ritroviamo l’apparato dello score,che si tratti di partiturecompositiveo comportamentali,che viene solo parzialmente svelato nel tempo dellive e che spesso rispondedella presenza del pubblico, o meglio, del fallimento della sua assenza, della suaincorporeità. Chairs, stones and meaningful numerical lists restituisce uno strano ritratto, per elementi sintomatici, della pratica performativa di Luciano Maggiore, tra presenza e assenza, traspettrale e spettatoriale, o ancora, per citare proprio Ezio Puglia, di una spettralità senza fantasmi.





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